Attività 2014/2015/2016 (in parte)

Delta del Po 2015

DELTA DEL PO 23/24/25 APRILE 2016

 

Partecipanti: Angela Baima Mo, Monica Marello, Nicoletta Novo, Susanna Valsania, Claudio Gariglio, Maurizio Carnieletto, Giovanni Ferrari, Mauro Toninello, Flavio Negro, con la partecipazione straordinaria di Pierfranco e Mario in arte “Mago Ticketrack” amici di Nicoletta.

 

Considerato lo scorrere inesorabile del tempo e quindi l’avanzare dell’età si era manifestato nel nostro gruppo un certo interesse per un’uscita rilassante e priva, per una volta, di salite e dunque perché non percorrere la valle del Po da Torino fino alla foce?

L’idea ha preso ha gradatamente forma e le capacità di pianificazione e organizzazione del nostro gruppo si sono scatenate, partorendo un piano di azione abbastanza articolato, ma in grado di soddisfare le esigenze di tutti i partecipanti.

Il Gruppo composto da Mauro Toninello, Maurizio Carnieletto, Angela Baima Mo,e Giovanni Ferrari ha deciso di partire in bici, a tappe da Torino con 1 vettura al seguito da guidare a turno il mercoledì 21/04, mentre i rimanenti si sarebbero uniti il sabato mattina, con trasferimento in macchina, a Pontelagoscuro nei pressi di Ferrara e di lì il gruppo avrebbe proseguito unito fino a Lido di Pomposa, luogo di arrivo.

Purtroppo per un contrattempo la partenza del primo gruppo è stata posticipata al giovedì, per cui è saltata la prima tappa e la pedalata è iniziata da Broni.

Il secondo gruppo è partito da Torino, con appuntamento a Villanova, il sabato mattina alle h. 06.00 e alle 10.05 ci siamo riuniti, come da programma in quel di Pontelagoscuro.

Il tempo di scaricare le bici e trasferire i bagagli (non tutti purtroppo) sulla vettura di Monica che avrebbe proseguito direttamente per Lido di Pomposa e poi alle 10.30 abbiamo iniziato l’avventura.

Il tempo era bello, ma le previsioni per il prosieguo della giornata non erano rassicuranti.

Da Pontelagoscuro abbiamo immediatamente imboccato la pista ciclabile fe20 che si snoda interamente sull’argine del Po.

La pista è bella, larga circa 3 metri con asfalto molto ruvido, ma privo di buche e per i primi 20 km. scarsamente trafficata da ciclisti soprattutto in senso contrario, si snoda sull’argine principale ad un’altezza di circa  10 mt. per cui  la vista spazia a destra sulla bassa padana con cascinali sparsi e terreni perfettamente coltivati e a sinistra sul grande fiume, la cui maestosità riflette un senso di pace e tranquillità, ma  anche di rispetto.

Il nostro viaggio procede senza intoppi, fermandoci ogni qualvolta il panorama ci invita ad una foto e incontriamo soltanto un’interruzione presso l’abitato di Guarda che ci costringe a scendere dall’argine su una scalinata e a risalirne, sempre su scalinata, dopo 20 mt.

Nel paese di Berra dobbiamo ancora lasciare la ciclabile per interruzione, ma la riprendiamo subito dopo averlo attraversato.

Arrivati a Serravalle proseguiamo per Mesola e la ciclabile si unisce a volte alla strada provinciale n° 20, ma il traffico è molto scarso e quindi si procede velocemente.

Arrivati a Mesola dopo 62 km. lasciamo definitivamente la ciclabile fe20 e imbocchiamo la statale “Romea”, che percorriamo per circa 1 km. per poi svoltare a sinistra per Bosco Mesola e proseguire su stradine rettilinee, tra canali e distese coltivate, fino a Lido di Volano.

Si sono fatte ormai le 13.30, ma il tempo peggiora per cui decidiamo di proseguire senza indugi e senza mangiare, verso Lido di Pomposa.

Dopo circa 20 km. ormai sotto la pioggia, arriviamo finalmente a destinazione, ma appena entrati nel viale principale, si scatena un temporale violentissimo che ci costringe a ripararci sotto un portico a non più di 70 metri dall’hotel, che riusciamo a raggiungere dopo mezz’ora.

La prima pedalata si è conclusa quindi dopo 94 km. con circa 50 metri di dislivello, ivi compresi gli scalini dell’hotel.

Non male per gli amanti della pianura!

Le avventure della giornata non si concludono comunque al nostro arrivo in quanto dobbiamo ritornare a Pontelagoscuro per recuperare le 2 vetture ivi lasciate al mattino, per cui, Io, Maurizio e Claudio, dopo una doccia rigenerante e un bel gelato, ritorniamo alla partenza e completiamo l’operazione dopo circa 2 ore.

Alla partenza però Giovanni e Maurizio avevano lasciato i bagagli sulla vettura rimasta a Pontelagoscuro, per cui, arrivati in hotel e fatta la doccia, non avevano indumenti asciutti da indossare.

Giovanni è stato costretto a rimanere a letto, nudo come un verme, per circa 3 ore in attesa dei vestiti, mentre Maurizio ha dovuto indossare indumenti (da ciclista) di Mauro (2 taglie più piccoli) e con un paio di “infradito” e’ andato a recuperare la vettura.

Risolti comunque questi piccoli inconvenienti, la giornata si è conclusa con una bella mangiata a base di pesce (non eccezionale, ma abbondante) presso l’hotel e una capatina in un localino poco distante sulla spiaggia, dove alcuni di noi hanno ancora trovato le forze per scatenarsi in balli sud-americani.

La prima giornata è andata bene, ma la domenica il tempo si è dimostrato inclemente, con freddo e pioggia quindi, esclusa l’idea di pedalare, ci siamo dedicati al turismo visitando Ravenna e l’abbazia di Pomposa.

Abbiamo dunque potuto ammirare 2 siti monumentali tra i più visitati d’Italia e quindi il nostro spirito di ciclo-TURISTI non è stato snaturato.

Alla sera però ci dedichiamo alla visita di Comacchio dove abbiamo prenotato la cena presso il ristorante “la barcaccia” e mentre ci avviamo abbiamo modo di ammirare il paesaggio “by night”

dei ponti e dei canali di questo centro, molto suggestivo anche sotto la pioggia.

Il ristorante è di ottima qualità e ci scateniamo in un menù a base di pesce annaffiato con vini locali, ma non abbondanti in quanto bisogna ritornare in macchina ed è indispensabile uscire sobri dal locale.

La cena è stata ottima e il menù molto raffinato, con pesce e crostacei assolutamente freschi e pescati in zona e con l’immancabile anguilla che era lo scopo ultimo e più importante della nostra gita.

Lunedi 25 aprile la giornata si presenta discreta, piuttosto fredda e ventosa, ma soleggiata, per cui, dopo un’abbondante colazione a “self- service” presso l’hotel, inforchiamo le bici e affrontiamo l’avventura del giro delle valli di Comacchio.

Dislivello previsto 10 mt. (2 ponti).

Da Lido di Pomposa ci portiamo a Porto Garibaldi e poi, su ciclabile lungo il canale, arriviamo a Comacchio e di qui ci portiamo sull’argine dello stagno.

Imbocchiamo una stradina sterrata, comunque pedalabile, che corre per circa 6 km. tra un canale e il lago e ci inoltriamo nella palude.

Il paesaggio è molto suggestivo e incontriamo molti volatili, aironi, folaghe, anatre e dopo circa 3 km. presso dei casoni, anche un gruppo di fenicotteri rosa.

In questa zona però incontriamo anche un altro genere di animali:i moscerini, una nuvola ininterrotta che galleggia a circa 1 metro da terra che ci costringe a pedalare assolutamente con la bocca chiusa e con gli occhiali ben aderenti al volto in quanto questi dannati animali si infilano ovunque (ma le rane dove sono?).

Arriviamo finalmente alla fine dello sterrato e ci immettiamo sulla strada asfaltata che costeggia sempre lo stagno.

Si pedala meglio, ma i moscerini non danno tregua, fino all’arrivo nel paesino di Anita, dove ci fermiamo a prendere un caffè e a darci una ripulita.

Da Anita riscendiamo verso la valle, che incontriamo dopo qualche km. e sempre su strada asfaltata, dirigiamo verso Sant’Alberto che raggiungiamo dopo un breve tragitto sull’argine del Reno che attraversiamo su un traghetto.

I nuvoloni continuano a girarci intorno, ma soltanto in questa zona prendiamo qualche goccia di pioggia e comunque, per non rischiare, decidiamo di non fermarci per il pranzo e proseguiamo il nostro viaggio verso la costa.

Arrivati in localita Mandriole, a pochi metri dal luogo dove morì Anita Garibaldi, la nostra Angela ha rotto la catena, incidente abbastanza inconsueto, soprattutto in pianura, ma evidentemente il luogo non è fortunato per le donne.

In compenso abbiamo però la fortuna di avere con noi (San) Giovanni che con lo smaglia catena riesce a riparare il tutto.

Purtroppo, pur essendo soltanto a pochi metri, non abbiamo potuto rendere omaggio ad Anita, eroina del risorgimento.

Sarà per un’altra volta.

Riprendiamo il viaggio, imbocchiamo la SS 309 Romea, riattraversiamo il Reno, sul ponte questa volta e arriviamo finalmente a Lido di Spina, lasciamo la Romea e su stradine interne, attraversiamo Lido degli Estensi per arrivare finalmente a Porto Garibaldi, dopo un piccolo inconveniente occorso a Susanna, caduta per fortuna senza conseguenze.

Attraversiamo il canale ancora a mezzo traghetto e dopo 4 km. di vento gelido, arriviamo finalmente in hotel dopo 74 km. intorno alle 14.30

Nonostante tutto è stata una bella pedalata.

Il gestore della struttura ci ha lasciato le camere fino al nostro arrivo, per cui possiamo farci ancora una bella doccia, preparare i bagagli e lasciare soddisfatti l’hotel.

Durante il giro non abbiamo potuto fermarci per il pranzo, ma per fortuna a pochi metri dall’hotel una “piadineria” ci viene in soccorso e risolviamo anche questo problema.

Verso le 17.00 ci salutiamo e riprendiamo la via di casa.

Tutto sommato è stata una bella gita, abbastanza movimentata e quindi non banale, come piace a Noi!!

La compagnia e l’affiatamento sono stati perfetti : Benissimo!

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Dal 25/04/2014 al 27/04/2014

Partecipanti:
Cigni Giancarlo
Becchi Tiziano
Donegà Dante
Guasco Aldo
Finotello Claudio
Smeriglio Luciana
Baima Mo Angela
Gariglio Claudio
Gonnon Riccardo
Baron Roberto
Carnieletto Maurizio
Rolle Walter
Negro Flavio
Toninello Mauro
Riccomini Paolo
Onesti Paola
Rondano Alberto

Dopo due mesi di allenamenti siamo finalmente alla prima uscita impegnativa, tre giorni consecutivi in bici su percorsi dove la pianura è la grande assente.
Arriviamo a Borgo San Lorenzo nel pomeriggio di giovedì 24/04 e prendiamo alloggio nell’hotel
“Ripaverde” .
La struttura è un “3 stelle, con ampio parcheggio privato, camere confortevoli in una zona tranquilla
alla periferia del paese.
Il soggiorno prevede pernottamento ,1° colazione a buffet , cena e, alla fine della vacanza, la valutazione sarà assolutamente positiva.
Passiamo ora alla parte ciclistica della spedizione che ovviamente più ci interessa:
1° giorno, venerdì 25/04
Partenza alle ore 08.00 e subito incominciamo a salire verso la “Colla di Casaglia” 916 mt. slm, che raggiungiamo dopo 16 Km. dislivello 733 mt. con pendenze massime 8%, discesa fino a Marradi poi nuova salita di 13,5 km. al “Passo dell’Eremo” 921 mt. slm e subito dopo “Passo della Peschiera” 930 mt. slm, con pendenze massime al 9% , 682 mt. di dislivello e nuova discesa fino a San Benedetto in Alpe.
Dopo una breve sosta riprendiamo la strada verso il “Passo del Muraglione”, 910 mt. slm, salita di
9.5 km , 422 mt. di dislivello con pendenze massime al 9%.
Arriviamo finalmente all’agognato “muraglione” che origina il nome del passo e qui mettiamo finalmente mano (denti) ai panini che la Sig.ra Finotello, che ci scortava con la vettura, aveva trasportato.
Dopo aver ristabilito i valori energetici, effettuate le foto di rito con lo sfondo del muraglione (costruzione del 1800 per dar riparo ai viaggiatori dal vento che sul passo era sovente molto forte),
incominciamo la discesa, molto tecnica, da affrontare con le dovute cautele ed arriviamo a San Godenzo e, sempre in discesa, a Dicomano.
A questo punto dirigiamo verso Borgo San Lorenzo.
Evitiamo la strada ad alto scorrimento e prendiamo una stradina sulla destra del fiume Sieve che ci porta dopo 20 km, direttamente a destinazione evitando tutto il traffico.
Km. 98, dislivello totale 1800mt., 3 passi, tracciato molto panoramico in zone scarsamente abitate, soprattutto nel tratto tra Marradi e San Benedetto in Alpe, piuttosto frequentato da motociclisti soprattutto al Passo del Muraglione.
Il fondo stradale e’ piuttosto brutto in quanto le strade presentano ripetute rotture e sfaldamenti, conseguenti alla notevole instabilità geologica dell’Appennino.
Questa caratteristica, non positiva, sarà una costante anche nei percorsi successivi.
Al rientro in Borgo San Lorenzo scopriamo una “Yogurteria “ e prima di rientrare in Hotel recuperiamo energia con un bel bicchierone di Yogurt ai frutti di bosco.
Piacevole finale!
2° giorno sabato 26/04
Partenza ore 08.00, come al solito, scendiamo nuovamente sulla stradina alla destra del Sieve fino a Dicomano e poi sulla provinciale n° 551 fino a Sandetole dove incominciamo a salire verso il valico di Croce a Mori 955 mt slm.
Salita di 17 km , dislivello 690 mt; pendenza massima 8% ,strada poco trafficata interamente in mezzo al bosco.
Dolce discesa fino a Stia dove, dopo aver superato il ponte sull’Arno, ci aspetta il primo piccolo intoppo: la strada che porta al passo della Consuma (1060 mt) è interrotta da una frana per cui ci tocca affrontare una variante di circa 200 mt con pendenza fino al 18%.
La nostra preparazione è perfetta e quindi superiamo brillantemente questo ostacolo.
La salita prosegue senza ulteriori sorprese e dopo 16 km. e 690 mt. di dislivello, arriviamo al colle.
La nostra Angela, arrivando in vetta, esplode una tale potenza che rompe la catena, ma l’amico Aldo riesce con pochi attrezzi a sistemarla e quindi ci affrettiamo a pranzare in una locanda abbastanza accogliente sul piazzale del passo.
Riprendiamo la discesa che nella parte finale apre dei panorami Molto suggestivi su vigneti di “Chianti”.
Mentre una parte del gruppo si sofferma per le foto di rito i primi arrivano quasi in fondo e nell’affrontare una curva sulla destra, Paolo scivola e finisce a terra.
Fortunatamente le conseguenze sono solo escoriazioni, un piccolo shock da caduta e un’ammaccatura sul casco (SAN CASCO).
In questa giornata ci fa da auto d’appoggio il fido Alberto, che non finiremo mai di ringraziare,
e per precauzione, trasporta l’infortunato, ripresosi completamente, all’ospedale di Borgo San Lorenzo che si trova a pochi metri dal nostro hotel.
Rientriamo sulla strada provinciale 551 in località Scopeti, proseguiamo fino a Dicomano e poi riprendiamo la stradina per Borgo San Lorenzo.
Dopo aver avuto notizie positive dall’ospedale, ci fiondiamo sulla nota yogurteria e chiudiamo in bellezza anche questa giornata.
Dopo i dovuti accertamenti Paolo rientra in hotel per la cena e tutto si risolve per il meglio.
Km. 105, 1600 mt. di dislivello, 2 passi.
3° giorno domenica 27/04
E’ il percorso più breve e per questo lo abbiamo lasciato alla domenica, anche perché poi alcuni di noi devono guidare per il ritorno.
L’itinerario si svolge interamente in quello che nell’estate1944 fu teatro di una sanguinosa battaglia tra le forze anglo- americane e tedesche.
Da Borgo San Lorenzo partiamo subito in lieve salita e dirigiamo verso Scarperia, bella cittadina che le nostre Signore e soci ,quel giorno non pedalatori, hanno sapientemente visitato, superata la quale incominciamo decisamente a salire verso il primo colle: il Giogo di Scarperia 882 mt. slm
La salita, 15 km; 690 mt. di dislivello con punte massime al 10%, non è durissima, molto panoramica, con una caratteristica unica: sembra di essere a Monza.
Nella valle che stiamo risalendo infatti si trova l’autodromo del Mugello e in quella mattina si svolgono prove automobilistiche per cui il rombo dei potenti motori (potenti come le nostre gambe)
ci accompagnano fino al Giogo.
Durante la salita incontriamo diverse indicazioni per visitare luoghi di battaglia e postazioni difensive e, fermadoci a leggere alcuni cartelli indicativi, prendiamo conoscenza che proprio in quei luoghi sono caduti circa 2.500 soldati americani.
Prendiamo fiato, scattiamo le foto di rito e incominciamo la discesa verso Firenzuola.
Il panorama è bellissimo, nel verde dei prati e dei boschi e possiamo gustarcelo pienamente in quanto il traffico automobilistico è quasi inesistente.
Ci accompagnano con la vettura Alberto e Paola e ci scorteranno fino al passo della Futa per cui, almeno nelle salite, non avremo il fastidio di portarci lo zainetto.
Da Firenzuola iniziamo la salita al passo della Futa mt. 903 slm, 11 km. pendenza massima 9%, piuttosto dura nella parte iniziale.
Arriviamo finalmente al Passo della Futa dove riprendiamo gli zainetti e ringraziamo e salutiamo Paola e Alberto.
Prima di iniziare la discesa non posso perdere l’occasione di visitare il cimitero militare tedesco.
E’ davvero una struttura impressionante; le lapidi commemorative occupano un’intera collina e
ricordano circa 30.000 caduti tra cui moltissimi ignoti e nel sacrario sono ricordate tutte le unità di appartenenza.
Da appassionato di storia una considerazione mi è sorta spontanea : “ Sono morti per una causa sbagliata ma meritano comunque grande rispetto”.
Siamo stanchi ormai e prendiamo finalmente la discesa .
Il fido Riccardo (che ha partorito gl’itinerari) ci conforta dicendoci che le salite sono finite, manca soltanto qualche “dentino”.
Dopo qualche kilometro, in località Santa Lucia, svoltiamo a sinistra verso il paesino di Panna dove
incontriamo la famosa fonte da cui si imbottiglia l’acqua minerale.
La strada è bellissima, in leggera discesa fino a Galliano e qui incominciano i dolori.
Da Galliano a Scarperia il percorso è tutto un susseguirsi di saliscendi con strappetti anche al 14%.
I famosi dentini di Riccardo sono diventati una dentiera!
In prossimità di Scarperia la strada si fa più agevole e incomincia ad essere fiancheggiata su ambo i lati da file di cipressi, che creano una scenografia molto suggestiva
Ultimo dentino (veramente l’ultimo) nell’entrare in Scarperia e poi discesa fino all’hotel.
Dopo una bella doccia, imbarcate biciclette e bagagli prendiamo la strada del ritorno.
Km. 66, 1300 mt. di dislivello.
Il tempo non e’ stato bellissimo, ma abbiamo incontrato qualche goccia soltanto negli ultimi 2 km. prima ri rientrare all’hotel.
Manca l’abbuffata!!!
Sono le 13.00 e siamo a stomaco vuoto.
Il nostro sponsor Claudio Gariglio, che di queste cose è sapiente, consiglia una sosta in un ristorante
di Barberino del Mugello, in cui, malgrado l’ora avanzata, troviamo posto anche senza prenotazione.
Ci scateniamo letteralmente in una mangiata e bevuta (per quelli non preposti alla guida) pantagruelica di specialità fiorentine e chiudiamo, come nelle nostre migliori tradizioni, la spedizione.
La ricorderemo, è stata bellissima!!

Anteprima Giro d’Italia 2014

OROPA  2014    17/05/2014

Partecipanti:

Pietro Miola

Paolo Bortignon

Giuseppe Riva Rivot

Luciana Smeriglio

Angela Baiam Mo

Flavio Negro

Luigi Quarta

Paolo Riccomini

Walter Rolle

Roberto Baron

Tiziano Becchi

Riccardo Gonnon

Mario Rolle

Pierangelo Bramardi

Maurizio Carnieletto

Mauro Toninello

Giancarlo Cigni

 

Quest’anno il giro d’Italia, nel decennale della scomparsa dell’indimenticabile Marco Pantani, prevede un arrivo di tappa nel luogo di una delle Sue più grandi imprese: il Santuario di Oropa e per celebrare l’avvenimento e per provare anche noi il brivido di questa mitica salita, abbiamo organizzato un itinerario molto suggestivo, finalizzato proprio a questo obbiettivo.

Partenza da Borgofranco d’Ivrea alle ore 08.30 ed è subito salita: km. 10,  dislivello 584 mt; pendenza massima 7,1% fino ad Andrate  836 mt. slm.

Bella salita, non troppo dura, traffico scarso, interamente in mezzo al bosco.

Da Andrate scendiamo, ma non troppo, verso Netro, poi su una strada “mangia e bevi” molto tranquilla e panoramica, arriviamo a Favaro e già nel paese incontriamo uno strappetto con pendenza al 15%, quindi ci immettiamo sulla strada per Oropa.

Incominciamo la salita da mt. 605 e percorriamo 8 km. fino al piazzale del Santuario, dove sarà posto l’arrivo di tappa.

Sono 8 km. piuttosto  duretti  con tratti al 12% per un dislivello di 569 mt. per arrivare ai 1174 mt. di Oropa.

Siamo preparati bene e arriviamo tutti in cima e qui ci scateniamo con le fotocamere per immortalare l’evento anche perché la scenografia del Santuario è molto accattivante.

Oggi siamo fortunati perché il presidente Giancarlo Cigni e il fido autista (Chauffeur) Beppe

Riva Rivot ci seguono con la vettura e ci portano gli zainetti con il pranzo e una buona scorta di bottiglie.

Da Oropa imbocchiamo una stradina  molto panoramica  su tutta la pianura biellese e dopo un paio di kilometri ci fermiamo in una delle tantissime piazzole per il picnic.

Le bottiglie, insieme ai panini, a questo punto recitano la parte da protagoniste, ma dobbiamo ancora percorrere circa 25 km. e quindi cerchiamo di limitarci.

Dopo circa un’oretta riprendiamo il cammino giustamente carburati su questa stradina, veramente eccezionale per la bellezza dei panorami, per l’assenza di traffico e poi perché si snoda per circa 20 km. sempre a 950 mt. di altezza con continui saliscendi,  fino a riportarci (dopo un tratto di strerrato

comunque pedalabile) nel paese di Andrate.

Riprendiamo quindi, in discesa, la strada  asfaltata e ritorniamo a Borgofranco d’Ivrea.

E’ stata una bella gita e così ci fermiamo a festeggiare in una gelateria, suggerita da Pietro Miola per chiudere l’avvenimento come nelle migliori tradizioni  della Coop Druento.

Ventimiglia 2014

 

 

Partecipanti:

 

Claudio Gariglio

Monica Marello

Susanna Valsania

Flavio Negro

Pietro Miola

Alberto Rondano

Paola Onesti

Angela Baima Mo

Luciana Smeriglio

Maurizio Carnieletto

Tiziano Becchi

Franco Chiambretto

Aldo Guasco

 

E’ l’ultimo week end per questa stagione e per fare onore al nostro amico Aldo, lo abbiamo

programmato proprio a Ventimiglia: Aldo gioca in casa!!

Alloggiamo all’hotel Provenza  in Ventimiglia bassa che, tutto sommato, ha soddisfatto in pieno le nostre esigenze con un buon rapporto qualità-prezzo.

La situazione meteo è favorevole e quindi tutto si prospetta sotto i migliori auspici.

Arrivati intorno alle 09.00, scaricate le bici, verso le 10.00 iniziamo il primo percorso.

Gl’itinerari sono stati programmati da Aldo, che conosce perfettamente la zona e sono stati avallati

da Riccardo Gonnon  il nostro esperto tecnico.

Ovviamente i percorsi partoriti da queste due menti geniali saranno sicuramente stupendi, ma siccome per loro non c’è differenza tra pianura e salita, una punta di preoccupazione ci prende.

Comunque partiamo!

Dirigiamo verso Menton e subito incominciamo a salire verso Ventimiglia alta e poi verso i Giardini Hambury, che alcuni di noi visiteranno la domenica, per poi scendere su Menton.

Fino al confine italo-francese la strada è bella, panoramica e mediamente trafficata, ma nell’attraversare Menton, il traffico si fa intenso.

Finalmente iniziamo la salita verso “col de  la Madonne”mt. 925 slm., 13 km  con pendenze massime al 16,5%.

Salita abbastanza dura fino a Sant’Agnes, dove ci fermiamo alla fontana, facciamo uno spuntino e ricompattiamo il gruppo.

Decidiamo di percorrere anche i rimanenti 4 km. e arriviamo al col de la Madonne.

Saggia decisione in quanto questo ultimo tratto e’ molto bello, panoramico, scarsamente trafficato

e abbastanza pedalabile, ciclisticamente molto appagante.

Immortaliamo la scalata con le solite foto e poi iniziamo la discesa sulla strada di Peille e poi su

La Turbie dove arriviamo verso le 13.30.

La Turbie è un paese molto pittoresco, dominato dal monumento fatto edificare da Augusto nel 6- 7 a.c. chiamato “Trophèe des Alpes, con molti ristorantini assai affollati  vista anche l’ora e soprattutto, con la fontana di Carlo Felice re di Sardegna, fatta costruire nel 1824, dove ci fermiamo per riempire le borracce e mangiucchiare i nostri panini.

Non resisto comunque alla tentazione di fare qualche foto al monumento che trovo imponente, anche se parzialmente rovinato.

Scendiamo quindi verso la riviera per circa 1 km. e poi svoltiamo a sinistra per imboccare  la strada panoramica a mezza costa che ci porta a fiancheggiare il Principato di Monaco e ad ammirarne dall’alto, lo splendido paesaggio.

Ci fermiamo per le rituali foto e dopo qualche kilometro lasciamo la strada principale e ci addentriamo, nuovamente in salita, all’interno per arrivare al paesino di Gorbio.

Piacevole sorpresa!

Ci fermiamo nella piazzetta principale, incantevole, dove campeggia al centro, una splendida fontana dalla quale  facciamo rifornimento d’acqua .

Abbiamo anche modo di godere della fresca ombra di un olmo, dal tronco gigantesco, che si trova nelle adiacenze.

Questa pianta, lo scopriamo da una lapide commemorativa alla sua base in italiano, e’ stata piantata nel 1713 quando questo territorio faceva ancora parte del Regno di Sardegna.

Riprendiamo la via del ritorno, passando sopra Roquebrune e rientrando a Menton.

Passiamo il confine, riprendiamo la salita verso la Mortola  e infine arriviamo a Ventimiglia.

Abbiamo percorso 75 km.  con un dislivello totale di circa 1.500 mt.

La giornata e’ calda e soleggiata, quindi ci cambiamo velocemente e ci fiondiamo in spiaggia e finalmente possiamo godere di un bel bagno rigenerante.

Ci avviamo poi verso le 20 presso un ristorante in Ventimiglia alta, consigliatoci da Aldo e nell’attraversare il vecchio borgo, molto suggestivo, abbiamo la possibilità di fare un po’ di turismo, che comunque è nella nostra natura di cicloturisti.

Passando davanti alla Cattedrale, incontriamo il parroco, che ci invita a visitarne l’interno, nonostante l’ora ormai tarda.

Ci fa visitare l’interno e ci racconta tutta la storia della chiesa e di Ventimiglia.

Si tratta di una costruzione del 1200 , molto ben conservata, in stile romanico, ma con portale gotico e nella cripta vediamo ancora diversi fregi originali dell’epoca.

Ringraziamo il parroco per questo piacevole intermezzo e ci rechiamo infine al ristorante.

Ceniamo all’aperto, con una splendida vista sul mare e il menù è adeguato a locale: a base di pesce e molto raffinato.

Chiudiamo così questa splendida e impegnativa giornata.

 

Domenica mattina, dopo un’abbondante colazione, riprendiamo il cammino per il secondo itinerario.

Dirigiamo su pista ciclabile verso Bordighera e di qui iniziamo la salita verso il paesino di Seborga, 500 mt. slm, borgo medioevale sede di un principato, molto suggestivo, con splendido panorama sulla riviera. Salita di circa 7 km. non troppo dura

Da Seborga proseguiamo per Negi  e di qui imbocchiamo una stradina a mezzacosta, larga non più di 2 metri, con asfalto abbastanza deteriorato, che soltanto Aldo e altri pochi eletti conoscono.

E’ un percorso bellissimo che si sviluppa interamente in mezzo ad uliveti, intervallato da brevissimi strappetti, corti ma molto duri, (fino al 20 %!) che ci porta fino al paese di Perinaldo.

Sono stati 10 km molto suggestivi ed appaganti dal punto di vista paesaggistico e mancanza assoluta di traffico automobilistico, un vero percorso per cicloturisti quali noi siamo. Bravo Aldo!

Arrivati a Perinaldo,572 mt. slm; dopo una breve sosta, riprendiamo il percorso verso San Romolo, che raggiungiamo dopo circa 5 km. di salita fino allo scollinamento nell’attraversamento della   galleria omonima a circa 900 mt. di altezza e 1 km di discesina fino al paese.

Da San Romolo, 768 mt. slm. svoltiamo a sinistra verso passo Ghimbegna mt, 867 slm, che raggiungiamo dopo 11 km di strada interamente immersa nel bosco.

Raggiunto il passo, dopo circa 1 km. ci affacciamo finalmente sulla balconata che fronteggia il paese di Baiardo e qui si presenta un panorama veramente incantevole, che provvediamo doverosamente ad immortalare sulle nostre fotocamere.

Entriamo nel borgo attraverso la via principale, dove si affacciano diversi ristorantini, a quell’ora (13.30) gremiti di turisti e ci fermiamo nella piazzetta principale.

Anche qui troviamo un ristorante molto affollato, ma vista l’ora decidiamo di limitarci ad un panino e ad una birra, che le gestrici ci servono prontamente.

Ci dicono poi  che i ciclisti sono la loro clientela principale per cui, anche nei momenti di grande affollamento, dedicano loro l’attenzione di sempre.

Verso le 14 prendiamo la strada del ritorno, dirigendo verso Apricale- Isolabona, 10 km. di discesa molto distensiva su un percorso aperto e quindi molto panoramico e soprattutto ,visto l’orario, con traffico assolutamente inesistente.

Da Isolabona proseguiamo per Dolceacqua, Camporosso e infine Ventimiglia, che raggiungiamo intorno alle 15.00.

Km. totali 87, dislivello totale 1.500 mt. circa.

Come da accordi hotel ci ha lasciato una camera di cortesia per cui, dopo una doccia rilassante e quanto mai necessaria, imbarchiamo le bici ed i bagagli, salutiamo e ringraziamo Aldo ed Anna per il supporto organizzativo e prendiamo soddisfatti la via del ritorno.

Abbiamo veramente soddisfatto le aspettative di tutti i partecipanti.

I nostri pedalatori meno preparati Monica, Susanna, Alberto, Paola e  Franco solo il 2° giorno, hanno potuto usufruire di percorsi alternativi, meno impegnativi ed egualmente appaganti come Ventimiglia-Menton e ritorno il sabato e Ventimiglia- Camporosso-Dolceacqua-Pigna e ritorno la domenica, mentre le signore non pedalatrici hanno potuto usufruire di 2 giorni di mare veramente gradevoli.

ANCHE QUESTA VOLTA E’ ANDATA

BENE

Tour de France 2014 Col d’Izoard

COL D’IZOARD

 

19/07/2014

 

Partecipanti:

 

Maurizio Carnieletto

Flavio Negro.

Roberto Baron

Claudio Gariglio

Tiziano Becchi

Luciana Smeriglio

Angela Baima Mo

Riccardo Gonnon

Paola Onesti Alberto Rondano

Ugo Debenedetti

Paolo Riccomini

 

Quest’anno “la grande boucle” ci offre su un piatto d’argento la possibilità di assistere dal vivo ad una delle tappe più significative: Grenoble- Risoul, nonché l’occasione di applaudire finalmente un campione italiano in maglia gialla: Vincenzo Nibali

Cogliamo l’occasione al volo, anche perche la salita del Col d’Izoard ha sempre un fascino particolare, soprattutto al passaggio del Tour.

Punto di ritrovo a La Vachette ormai solito nei nostri trasferimenti nei dintorni di Briançon.

La giornata non è eccezionale, ma comunque piacevole.

Ci dividiamo in 2 gruppetti su percorsi diversi: 1° La Vachette- Briançon – Izoard  e ritorno 56 km

1.300 mt. di dislivello, 2° La Vachette- Briançon- Guillestre- Arvieux- Col d’Izoard- Briançon,

90 km. Circa,  1.500 mt. di dislivello.

Questa soluzione permette a tutto il gruppo di riunirsi in vetta all’Izoard  con 2 itinerari di diversa difficoltà, ma comunque entrambi impegnativi.

Partiamo dunque intorno alle 08.30 da La Vachette, attraversiamo Briançon  e ci dividiamo: Carnieletto, Negro, Gariglio, Baron, Becchi verso Guillestre, il resto del gruppo attacca subito la salita all’Izoard.

Facendo parte del gruppo “Guillestre” descriverò dunque questo percorso.

Da Briançon filiamo, in leggera discesa sulla statale per Gap per circa 30 km; la strada è molto larga e trafficata, fiancheggiamo il fiume Durance fino a vedere sulla sinistra le fortificazione della piazzaforte di Mont- Dauphin, che superiamo e alla prima rotonda, lasciamo la statale e svoltiamo a sinistra per Guillestre.

Dalla rotonda iniziamo la salita ed entriamo in paese, che è in gran fermento, in quanto siamo già sul percorso dei corridori del Tour che, attraversato il centro, inizieranno la salita finale verso l’arrivo di Risoul.

Percorreremo quindi in salita la strada che i corridori faranno in discesa.

Da Guillestre, sempre in salita, risaliamo la valle del torrente Le Guil e nella prima parte la strada e’ veramente spettacolare, a picco sul torrente, abbastanza stretta, con 2 gallerie abbastanza approssimative e non illuminate, ma dopo qualche kilometro la valle si allarga e la strada diventa più ampia e meno tortuosa.

Dopo circa 10 km. di leggerissima salita, prima di arrivare al paesino-fortezza di Chateau Queyras

svoltiamo a sinistra e incominciamo la salita vera e propria ,14 km 1.000 metri di dislivello con pendenze intorno al 9% con punte al 12%.

Nel paese di Arvieux ci fermiamo alla fontana che ormai ben conosciamo, e facciamo rifornimento d’acqua in quanto d’ora in poi non ne troveremo più fino al paese di Cervières nella discesa verso Briançon.

Da Arvieux la salita si fa dura per circa 6 km; ma è una giornata particolare e troviamo moltissimi ciclisti, di tutte le nazionalità, che si cimentano in questa avventura e quindi la fatica viene mitigata da questa bell’atmosfera gioiosa e dallo splendido paesaggio che si apre ad ogni tornante sulla vallata sottostante.

Arriviamo finalmente alla Casse deserte, luogo unico e spettacolare, dove la strada spiana per circa 500 mt, nell’attraversare questo anfiteatro, creato dall’erosione dell’acqua e del vento, dall’aspetto veramente lunare.

Ci fermiamo per ammirare un attimo il paesaggio e per le foto di rito sotto le lapidi che ricordano due grandissimi del ciclismo: Fausto Coppi e Luison Bobet.

Riprendiamo gli ultimi 3 km. e qui scateniamo un po’ di “bagarre” che viene risolta da Roberto Baron che riesce a scollinare per primo sotto lo striscione del Gran Premio della Montagna a Quota 2.360 slm.

Anche qui ci fermiamo per le foto al GPM, dove ormai la confusione di una marea di ciclisti è totale.

Iniziamo la discesa e dopo circa 600 mt. incontriamo i nostri compagni saliti direttamente da Briançon.

Sono circa le 12.00, ci fermiamo, addentiamo i nostri panini e ci riposiamo in attesa della carovana pubblicitaria e dei corridori.

Nell’attesa vediamo passare personaggi che soltanto il Tour riesce a proporre, ma quello che più ci colpisce è un ciclista piuttosto anziano, con dei baffoni a manubrio e un abbigliamento stile “anni  20” , che sale con una bici probabilmente di quell’epoca, che scricchiola ad ogni pedalata, dal peso di circa 15 kg. E con un solo rapporto.

Scalare l’ Izoard  con quella bici, a quell’età è veramente un’impresa, ma lo abbiamo incontrato anche nella discesa e credo che scendere con quel mezzo, sia un’impresa altrettanto eroica: complimenti!!!

Verso le 15.00 inizia la carovana pubblicitaria , che ci offre uno spettacolo unico per circa 45 minuti, trascorsi i quali ci ritroviamo colmi di ”gadgets” di tutti i tipi lanciati dalle vetture della carovana.

Intorno alle 16.30 gli elicotteri e le staffette annunciano che finalmente i corridori stanno arrivando, infatti dopo qualche minuto vediamo apparire nei tornanti sottostanti i primi, facenti parte di una fuga iniziata appena dopo la partenza da Grenoble.

Siamo ben posizionati, li vediamo sfilare a poca distanza riuscendo a fotografarli quasi uno per uno.

Riesco a riconoscere Rafal Majka, Serpa Perez, Purito Rodriguez, Alessandro De Marchi.

Dopo circa 2 minuti  arriva il gruppo maglia gialla, con Nibali scortato da Michele Scarponi e poi, sgranatissimo, tutto il resto del plotone fino all’ultimo concorrente, il campione di Francia Arnaud  Dèmare, che stravolto dalla fatica, sale praticamente a spinta da parte dei tifosi.

Veramente un bello spettacolo.

Per la cronaca, Rafal Majka vincerà, per distacco, la tappa e Vincenzo Nibali arriverà al secondo posto, staccando i diretti concorrenti per la vittoria finale e mettendo un ulteriore mattoncino per la conquista del Tour de France 2014.

Dopo la vettura del “fine corsa” iniziamo la discesa  in mezzo ad una fiumana di ciclisti e riusciamo a stento a rimanere uniti.

Facciamo finalmente rifornimento d’acqua a Cervières e scendiamo quindi a Briançon, dove, per non farci mancare nulla, ci scateniamo sulla mitica salita, nel centro della città, che ha celebrato una delle più grandi vittorie di Marco Pantani.

Intorno alle 18.00 arriviamo finalmente a La Vachette e prendiamo la via del ritorno.

Il tempo e’ stato clemente, soltanto qualche goccia di pioggia sull’Izoard.

E’ stata una grande giornata di sport e di divertimento: siamo soddisfatti!

Randonnèes 2014

Da qualche anno campeggiano nel nostro calendario  questo tipo di manifestazioni sportive  e nel 2014 ne abbiamo inserite ben 8, con chilometraggi variabili tra i 100 km. e i 300 km. di cui una organizzata dalla Nostra Società.

Il nostro Massimo Turni le ha disputate quasi tutte e con merito! Grande!

Ne descriverò 2 alle quali ho partecipato.

 

Randonnèe del nord-ovest

29/06/2014

 

Organizzata splendidamente (e non sto esagerando) dalla Coop Druent, con l’apporto di numerosi soci e simpatizzanti.

La manifestazione si sviluppa su 3 percorsi: 130, 100, 80 km in ordine decrescente di difficoltà.

La partenza avviene presso la Società Bocciofila di Druento dove all’arrivo avremo la possibilità ,all’arrivo, di fare la doccia e pranzare, nonché di usufruire del comodo parcheggio.

Ci ritroviamo dunque alle 06.30 per l’iscrizione, il tempo non è bello e le previzioni non sono buone per il prosieguo della giornata.

La strada è comunque asciutta e verso le 07.20 partiamo.

Siamo soltanto in 37 di cui soltanto una dozzina sul  percorso lungo e ci incamminiamo verso Venaria, ma subito dopo essere usciti da Druneto incomincia a piovere.

Decidiamo di proseguire comunque, la pioggia è debole e comunque si può pedalare.

La situazione migliora verso Lanzo e proseguendo, smette di piovere.

Arrivati a Viù incominciamo la salita verso colle della Dieta (1445 mt. slm.).

I  primi 6 km. sono abbastanza facili con pendenze intorno al 6%, ma arrivati al bivio per Asciutti le pendenze incominciano a diventare importanti per 3 km; fino al 16 %, per arrivare poi negli ultimi 50 mt al 18-20%.

Arrivati in cima, insieme ad un piccolo raggio di sole, troviamo il primo rifornimento e controllo, gestito dal clan Gonnon.

Riprendiamo fiato e incominciamo a scendere, con molta prudenza perché la strada e abbastanza dissestata e molto ripida.

Oltrepassiamo Mezzenile e svoltiamo a destra per Lanzo, ma nell’abitato di Pessinetto (600) mt. slm. riprendiamo a salire verso Sant’ignazio (931 mt. slm), che raggiungiamo dopo circa 5 k. Di salita non troppo dura, ma con qualche punta al 12%.

Per non farci mancare nulla, subito dopo lo scollinamento di Sant’Ignazio, svoltiamo a sinistra e su una stradina molto panoramica, ma duretta, raggiungiamo Chiaves, dove, nel bar sulla piazza , troviamo il secondo controllo.

Breve sosta per un caffè e poi discesa per Lanzo fino al bivio per Coassolo, dove incominciamo l’ultima (si fa per dire ) salita impegnativa: I Vietti (832 mt. slm)

Non è molto lunga ,5.5 km  e neanche troppo dura, massimo 7,5 % , ma è la terza e le gambe incominciano ad essere un po’ dure.

Arriviamo comunque in cima, intorno alle 12.00 e troviamo il secondo rifornimento e controllo, gestito da Paola, Giorgio ed Alberto che provvede anche ad immortalarci fotograficamente con la sua solita maestria.

Due panini e una banana per riprendere le energie e poi via verso Corio, Benne, Balangero, Lanzo, Cafasse e Verisella dove, alla cremeria “il Bacio” facciamo l’ultimo controllo.

Siamo sulla via del ritorno, ma ci aspettano ancora gli strappetti di Fiano, Trucco di Miola e San Gillio, che, seppure abbastanza insignificanti, dopo 120 k. Fanno male alle gambe ormai provate.

Verso le 14.30 arriviamo finalmente a Druento.

Abbiamo percorso 130 km. e 2.600 mt. di dislivello, la giornata,dopo un inizio di disastroso, è stata accettabile e quindi , appagati, ci dedichiamo al giusto ristoro che è superabbondante.

Abbiamo però il rammarico per una scarsa partecipazione, ma le condizioni meteo hanno contribuito notevolmente a sconsigliare un’affluenza più numerosa.

Ci resta comunque la soddisfazione di aver preparato una manifestazione con requisiti di organizzazione che non abbiamo riscontrato in altre.

Ci diciamo bravi da soli, ma ce lo meritiamo.

 

Randonnèe del Marrone

Cuneo 19/10/2014

 

E’ una delle ultime uscite ufficiali della stagione e desideriamo chiudere in bellezza, con una bella pedalata impegnativa suggestiva.

Partiamo alle 06.00 in macchina da Druento e alle 07.20 siamo a Cuneo.

Scarichiamo le bici e andiamo alla partenza.

Purtroppo dobbiamo già constatare qualche difetto di organizzazione in quanto, nonostante fossimo prescritti, dobbiamo fare dirca 45 minuti di coda per l’iscrizione.

Partiamo comunque alle 08.20 e dirigiamo per Chiusa Pesio, su strada molto trafficata, ma per fortuna lasciamo la strada principale e prendiamo per Pradeboni, dove incontriamo la prima ed unica vera salita di giornata, non molto dura, ma con qualche “zampellotto al 12%.

Scendiamo su Peveragno e poi ,sempre su stradine secondarie e molto suggestive, in mezzo ovviamente a splendidi boschi di castagne (di cui il titolo della randonnèe), raggiungiamo Boves, Borgo San Dalmazzo e Roccasparviera.

Qui incontriamo una seconda salitina con relativa discesa su Cervasca: tratto molto bello e suggestivo, in mezzo ai castagneti colorati ormai di splendidi toni autunnali.

Arrivati a Bernezzo puntiamo direttamente su Dronero in quanto la salita di Montemale è stata annullata per la concomitanza di una gara ciclistica.

Un vero peccato perchè dobbiamo percorrere circa 20 km. su un rettilineo in leggera salita con traffico molto intenso.

Arrivati comunque in quel di Dronero (paese natale di Giovanni Giolitti)  facciamo una sosta di 30 minuti per divorare le nostre riserve energetiche.

Riprendiamo quindi la strada, questa volta in leggera discesa, per circa 10 km. fino al bivio di Rossana, dove svoltiamo per superare l’omonima colletta e scendere poi a Piasco.

Qui finisce la parte più interessante, infatti da Costigliole troviamo soltanto più pianura, attraversando i centri di Villafalletto, Centallo, San Biagio, Castelletto Stura fino all’arrivo a Cuneo.

E’ stata una buona giornata, con tempo discreto e il percorso molto ben segnalato.

Dobbiamo però constatare che il rifornimento (unico) è stato scarso, il pacco gara ridicolo (12 fruttini) e all’arrivo, il ristoro soltanto a pagamento.

A questo punto chi siamo chiesti: perché pagare 10 euro per fare un giro di questo genere con un appoggio organizzativo così insufficiente?

Al prossimo anno l’ardua risposta!

Week end Druogno Centovalli

WEEK END CENTOVALLI E VALLE ANTRONA

 

21/22-06 2014-11-07

 

Partecipanti:

 

Dante Donegà

Riccardo Gonnon

Claudio Gariglio

Flavio Negro

Roberto Baron

Maurizio Carnieletto

Luciana Smeriglio

Angela Baima Mo

Walter Rolle

Paolo Prin

 

Dopo precedenti esperienze in questa zona non sempre positive dal punto di vista meteorologico, riproviamo sperando di avere più fortuna.

La meta è l’ossolano e il lago Maggiore, non eccessivamente distanti  con itinerari particolarmente intriganti, sul lago e in montagna.

Partiamo dunque intorno alle 7.00 da Druento e verso le 08.30 siamo a Druogno all’hotel “Stella Alpina”,  un 3 stelle veramente eccezionale, come struttura e come trattamento.

Prendiamo alloggio e verso le 09.30 siamo già in partenza.

Druogno si trova a 838 mt. slm; alla sommità di un colle  tra le valli     per cui partiremo sempre in discesa, ma l’arrivo sarà sempre in salita!

Scendiamo quindi in direzione Svizzera lungo la val Vigezzo e dopo i paesi di  Santa Maria Maggiore e Malesco, nel comuni di Re incontriamo il Santuario della “Madonna del Sangue”,

costruzione seicentesca veramente imponente, con una cupola di ben 51 mt. di altezza.

Ci fermiamo un attimo ad ammirare lo splendido portale con bassorilievi in bronzo e poi riprendiamo la dicesa.

La strada interseca più volte la ferrovia Domodossola- Locarno, che corre lungo la valle ed abbiamo modo di ammirarne gli arditi passaggi su ponti che attraversano  numerosi strapiombi: veramente spettacolare!

Le nostre Signore avranno modo nella giornata di gustarne il percorso proprio sul treno , per andare a visitare Locarno.

Dopo aver attraversato la frontiera (nessun controllo) arriviamo finalmente a Locarno e ci dirigiamo sullo splendido lungo-lago, dove ci fermiamo per uno spuntino e per le foto di rito, che sono particolarmente affascinanti per il paesaggio incantevole.

Riprendiamo a pedalare adesso in pianura, sulla sponda piemontese del lago Maggiore la strada è piuttoso stretta e parecchio trafficata, ma dopo qualche chilometro riattraversiamo la frontiera e raggiungiamo Cannobio.

Sono le 13.00 e lo stomaco chiede rifornimenti, per cui cerchiamo una bottega per procurarci dei panini e così abbiamo modo di visitare questo paesino molto pittoresco e a quell’ora, gremito di turisti.

Dopo aver consumato i nostri viveri in una piazzetta molto accogliente, con una fresca e quanto mai opportuna fontana, ci rimettiamo in sella, lasciamo il lago e imbocchiamo la strada, detta “la Canobbina”.

Dai 210 mt. slm. risaliamo sulla strada statale n° 631 fino ai 935 mt. del passo , che una stele intitola a Marco Pantani, che ci reimmette nella val Vigezzo.

Scendiamo quindi brevemente nel paese di Malesco e dopo aver svoltato a sinistra, raggiungiamo

Santa Maria Maggiore e Druogno.

Abbiamo percorso 84 km, non durissimi, ma comunque impegnativi e il tempo è stato bello.

Ceniamo molto bene nello stesso ristorante e ci ritiriamo a riposare.

Domenica 22/06

Dopo un’abbondante colazione a self service, verso le 08.15, siamo pronti a partire.

Oggi dirigeremo, sempre in discesa, verso Domodossola.

La strada è molto ampia, ma attraversa 2 gallerie di cui la prima che incontriamo scendendo, è lunga circa 2 km.  e dovremo percorrerla anche in salita.

Arriviamo quindi  in zona Domodossola, che oltrepassiamo su stradine secondarie e ci dirigiamo su Villadossola da dove imbocchiamo la strada per Antrona e iniziamo la salita.

I primi 2 km. sono abbastanza duretti, ma poi la salita diventa meno dura fino al paese di Antrona da dove iniziano 7 km. veramente tosti.

La strada è strettina, con molti tornanti , molto spettacolare e con pendenze intorno al 8% , ma dal 5° km. le pendenze passano al 10% fino all’arrivo nel borgo di Alpe Cheggio, 1.510 mt. slm..

Attraversiamo il paesino e ci avviamo alla diga che forma il lago Dei cavalli, che raggiungiamo attraversando un piccolo ghiacciaio.

Sulla diga ci fermiamo a fotografare e poi rientriamo nel borghetto dove, in un ristorantino, riusciamo a farci un panino e una birra.

Una bella pedalata.!

Luciana e Angela erano rimaste un po’ attardate e nel paese di Antrona hanno preso la strada per il lago omonimo, 3 km. di salita dura con pendenze fino al 14%.

Accortesi dell’errore, le IRRIDUCIBILI,  hanno deciso comunque di portare a termine l’itinerario programmato e dopo circa 1 ora cono arrivate anche loro all’Alpe Cheggio. CHAPEAU!!!!

Prendiamo la via del ritorno, raggiungiamo Antrona, Villadossola, Domodossola e incominciamo a salire verso Druogno, ma il tempo peggiora e incominciano a cadere le prime gocce.

Quello che temevamo si materializza: i  2 km. di galleria, in salita al 10%, diventano un ostacolo veramente tosto, infatti il traffico è abbastanza intenso, la nostra velocità non supera gli 8 km. orari, per cui impieghiamo circa 20 minuti a percorrerla.

L’uscita del tunnel sembra veramente la fine di un incubo, ma mancano ancora circa 3 km. all’albergo e la pioggia si è fatta intensa.

Fortunatamente non fa freddo e quindi anticipiamo, nostro malgrado, la doccia.

Abbiamo percorso 86 km. molto belli., soprattutto nella parte dura della salita da Antrona all’Alpe Cheggio.

E’ stato veramente un bel week end.

Altre uscite sociali 2014

Come ormai consuetudine, durante la stagione, abbiamo abbinato  alcune nostre uscite con lauti banchetti, ospitati da nostri soci e rispettive famiglie.

 

Marenda sinoira da Mauri”

10/05/2014

 

Maurizio Carnieletto ha proposto di abbinare una nostra ciclo sociale con una “marenda sinoira a  casa Sua in quel di San Carlo Canavese.

Ci ritroviamo dunque alla partenza, lasciando ognuno qualche leccornia che provvederemo a divorare all’arrivo e alle 13.30 partiamo.

L’itinerario proposto si sviluppa ovviamente nel Canavese, Cuorgnè, Castelnuovo Nigra, Vidracco, Castellamont  e si snoda per circa 60 km; con qualche salitella  ma non eccessivamente duro, il tempo è discreto, ma sono previsti temporali in serata.

Ci affrettiamo e verso le 17.00 siamo già di ritorno.

Troviamo il desco imbandito nel prato, con tutti gli addetti (Tutti i famigliari di Maurizio, mogli e ciclisti quel giorno non pedalatori) pronti a soddisfare la nostra voracità.

E’ stato un banchetto veramente superbo (altrochè “marenda” ) e ringraziamo l’intero clan “Carnieletto” per l’accoglienza e l’organizzazione .

Riusciamo a portare a termine appena in tempo la mangiata che, sulla via del ritorno, si scatena il diluvio.

Siamo stati fortunati.

 

Col delle Finestre e colle del Sestriere

26/07/2014

 

Il ritrovo è stato fissato alle 08.00 a Sauze di Cesana presso la baita di Roberto Baron e i Suoi Parenti.

Il tempo è molto brutto, nuvole basse con  pioggia prevista per tutta la mattinata, ma per il momento non piove, per cui proviamo a pedalare.

Decidiamo però di variare il programma: non più Sestriere- Colle delle Finestre, ma Oulx.- Bardonecchia e ritorno

Scendiamo quindi a Oulx e saliamo a Bardonecchia e qui invece di tornare vediamo una schiarita verso il colle della Scala e decidiamo di rischiare verso quella direzione.

Scelta fortunata, perché in cima al colle esce il sole, quindi rischiamo ancora e scendiamo verso Nevache, La Vachette, Briançon.

La giornata si fa decisamente bella e affrontiamo la salita del Monginevro con un bel sole.

Alle 12.00 siamo tutti al Monginevro e alle 12.40 siamo a Sauze di Cesana, dove ci aspetta per il bacio rituale Miss Beppa (Beppe Riva Rivot) con tanto di rossetto.

Questo itinerario di ripiego è sempre molto bello e spettacolare, soprattutto la salita al Col della Scala e la discesa lungo la Nevache e con il Monginevro, anche parecchio impegnativo.

Dopo esserci lavati e cambiati ci scateniamo finalmente sulle libagioni che, nel frattempo sono state preparate.

La parte del leone la fanno 3 tipi di polente, ma tutto il resto non può essere trascurato,compresi i digestivi di tutti i tipi, per cui, verso le 15.00 ci ritroviamo in tanti sdraiati nel prato a cercare di smaltire.

Dobbiamo ringraziare Roberto, Rita., Beppe, Maria e le cugine di Rita Franca e Anna e tutti i soci non pedalatori, per l’organizzazione della festa, sempre grandiosa.

 

 

Usseglio Malciaussia + Casa Marolla

31/08/2014

 

Anche quest’anno, come ormai consuetudine, abbiamo inserito in calendario la visita a Casa Marolla in quel di Chiampetto (Lemie) e per prevenire l’accumulo di calorie che introiteremo durante il consueto banchetto, abbiamo previsto due itinerari abbastanza impegnativi: Druento- Usseglio- Casa Marolla e ritorno (100 km. circa) e Druento-Usseglio –Malciaussia – Casa Marolla e ritorno (120 km. circa)

Abbiamo quindi previsto 2 partenze per ottimizzare l’orario di arrivo al banchetto: h. 07.00 per il gruppo dei più preparati che  dovranno fare più chilometri e più salita e h. 08.00 per gli altri.

Il percorso fino a Lanzo è abbastanza tranquillo e poi per noi è abituale, ma di lì in poi si incomincia a salire e fino ad Usseglio sono 32 km. di salita, non dura (950 mt. di dislivello), ma passato Usseglio, dall’abitato di Margone la musica cambia.

Sono 420 mt. di dislivello in 6 km. con pendenze che arrivano anche al 16%.

Affrontiamo comunque l’impresa, che vista la bella giornata, è sempre spettacolare, sia per quanto riguarda il panorama, sia per l’impegno fisico che richiede.

Arrivati in cima, breve riposino al piazzale del laghetto e poi discesa fino al desco imbandito.

Dalla strada principale alla frazione di Chiampetto ci sono ancora 400 mt. di salitona con punte al 14%, ma ormai sentiamo odore di “pappatoria” e superiamo di slancio anche questo ostacolino e alle 12.45 siamo a tavola.

Il banchetto è sontuoso come sempre e quindi ci tocca smaltire un pochino prima di intraprendere il ritorno onde evitare “l’abbiocco” che in discesa è sempre pericoloso.

Rientriamo quindi intorno alle 17  stanchi e rimpinzati.

È stata una grande giornata COME AL SOLITO!!!!